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Probabilmente vi starete chiedendo che cosa ci fa Prex alle 23 di sabato sera a scrivere sul Forum della nostra squadra. In effetti, questa situazione mi ricorda un recente film di Lucini, sebbene io non sia un quarantenne in sovrappeso di 50 kg con la barba incolta dal 2004 e uno spinello in bocca... In ogni caso, non voglio parlare dei motivi per cui ho disertato Avatar, ma del piacere che si prova a giocare; per quanto riguarda il quesito iniziale, vi basti sapere che sono in compagnia di una bella bionda di nome Paulaner, Paola per gli amici.
Inizierò dicendo che questo è il mio tredicesimo anno di pallavolo, che ho giocato in 3 società diverse e che ho avuto 7 allenatori differenti; ho perso molte volte e, ogni tanto, ho pure vinto, addirittura come allenatore. Comunque il mio intento non è focalizzarvi sui numeri, bensì su ciò che mi ha trasmesso giocare e, soprattutto, perdere.
Terminato un match, molto spesso, tornando a casa, la semi-sonnolenza muscolare, già amplificata dalla doccia, viene accompagnata da sensazioni di soddisfazione, di rimpianto, di felicità, di tristezza. E' proprio su questa componente emotiva che si forma la passione e, come per ogni altra attività, ci si interroga sul perchè di tutto ciò, sull'origine del piacere/dispiacere. Grazie a tali domande, in questi anni, mi sono reso conto che non è la vittoria a rendermi felice, nè la sconfitta infelice e non crediate nemmeno che la semplice partecipazione ai giochi, di coubertiniana memoria, sia sufficiente a soddisfarmi; la risposta che ho trovato va oltre il risultato e si trova nel giocare al meglio delle mie possibilità in ogni situazione, sia che si perda sia che si vinca. Se, mentre la tensione della gara svanisce, sento di aver giocato al massimo, allora sono felice e, paradossalmente, perderei volentieri tutta la vita pur di giocarmela sempre a quel modo.
Così, oggi, pur non avendo giocato, mi sono seduto in panchina e ho cercato di tifarvi meglio che potevo, rompendovi le scatole, esagerando a volte le vostre prodezze, facendo spesso da eco a Testa, compensando come potevo un pubblico abbastanza avaro. Forse non è stato il mio 100%, ma, quando l'arbitro ha fischiato la fine della partita, sapevo che oggi più di così non potevo fare, che avevo dato il mio massimo (anche in termini di corde vocali) e che, nonostante il 3-2 avversario, ero contento e pronto a scambiare due battute sotto la doccia con voi.
Qui non posso astenermi dal fare un'ultima riflessione: se da un lato l'importante non è vincere nè partecipare, ma impegnarsi al massimo, d'altra parte si rischia di esagerare e di farsi male. Con ciò auguro a Matteo di rimettersi presto e di tornare con la sua grinta e la sua voglia di giocare, perchè c'è molto da imparare anche da lui.
Io intanto vi saluto, anche a nome di Paola che, purtroppo, è finita!
Pazienza, tanto il mondo è pieno di bionde...
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Se avete amici, compagni che vogliono provare la pallavolo o semplicemente conoscere un nuovo contesto in cui farla, la Fenice 3DM è lieta di dare loro questa opportunità! :) La richiesta è rivolta ad atleti tra i 17-21 anni e di sesso maschile. La richiesta oltre ad essere rivolta a chi già fa parte di questa Società è aperta anche a tutti coloro che passano su questo sito! :) (Se qualcuno vuole dei chiarimenti, è possibile usare le procedure per comunicare sul Blog descritte nella colonna di SX).
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sabato 16 gennaio 2010
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Finalmente sono io a commentare il post di qualcuno che non è il sottoscritto. C'è chi riesce a trovare parole alle 23 del Sabato insieme a una "Bionda"...chi invece le trova alla Domenica mattina ascoltando musica.
RispondiEliminaPartite come quelle disputate ieri sono difficili da raccontare perchè abbiamo vissuto tante emozioni e tutte di forte intensità. La palla che non "passa" o che non "cade", l'avversario che sembra che non riesca ad arrivarci, e allora sei con le braccia già alzate...ma poi ci arriva! (C.zz.! ma hanno le braccia telescopiche! :D). Ma anche tante palle giocate bene e fatte come sappiamo fare. Ahime! queste partite nascondono delle insidie se non le si "gestisce" a dovere. Ci ci può far male. Ed allora Matteo è stata la vittima di questa "guerra" che a volte provoca ferite su chi partecipa. Ma ieri la mia partita era contro "qualcosa" che avevo dentro di me. Voi, nella partita di ieri, siete stati la mia "macchina" per provare a vincere contro quel "qualcosa". La mia più grande paura di ieri era di trovarmi senza questa "macchina" che io in 4 mesi ho cercato di "pulire", "oliare" come fa un meccanico con la macchina che deve entrare in pista. Ieri il motore di quella macchina ha funzionato a meraviglia. Tutti i componenti hanno "girato", a volte al limite del "fuorigiri" ma la potenza massima, per chi ne sa di motori a scoppio, sa che è proprio lì.
Il motore di questa macchina nel corso della sua "costruzione" ha mostrato dei "problemi" ma questa volta anzichè modificare la sua "meccanica" ho preferito intervenire nella "centralina". Era un rischio elevato. Sbagliare lì sarebbe significato mandare in fumo tutto, in più sperimentavo questa "modifica" in una gara dove per me era importante far bene. E' andata bene. Dalla gara non abbiamo preso il risultato pieno ma il "podio" ce lo siamo conquistati.
Io, stamattina, sono più sereno. Ho ancora quel qualcosa dentro di me da "sconfiggere" ma ora so che qualunque cosa succederà in futuro la "macchina" che ora ho a disposizione è esattamente quello che avevo disegnato nel mio progetto iniziale.
Questa performance la avevamo già raggiunta anche all'inizio della nostra avventura (e forse ci aveva fatto illudere che tutto sarebbe stato più facile) ma poi si è persa. Ieri è tornata dopo un confronto durato 10gg...ora io continuerà a migliorare e correggere la vostra capacità in questo sport perchè si può perdere, ma perdere come ieri ci da lo stimolo per provare a vincere la volta dopo. Perdere come con Serra o il Porco-Volley ci priva di questa speranza...anche al Sottoscritto che per il ruolo che ricopre è l'ultimo a lasciare il c.lo all'avversario.